ARTICOLO: “Afterword: Challenges and Opportunities: Ways Forward for Women Working in Music”, di Victoria Armstrong

Victoria Armstrong è ricercatrice in scienze sociali, da vent’anni studia argomenti all’intersezione tra musica, apprendimento e studi di genere. Ha analizzato in particolare i rapporti di genere e tecnologia nell’apprendimento musicale e le connessioni tra danza e identità di genere nella scena techno all’inizio degli anni 2000.

In questo studio pubblicato ad aprile 2021 su The Cambridge Companion to Women in Music, Armstrong analizza le condizioni di lavoro delle donne nell’ambiente musicale e le questioni di identità sollevate dalla loro visione della loro carriera artistica*. Il presente studio si propone di osservare questi soggetti in relazione al contesto culturale ed economico in cui operano e di analizzare le somiglianze e le differenze delle loro esperienze da una prospettiva materialista, per evidenziare i vari modi in cui le carriere musicali sono segnate dal genere ed evolvono in una cultura economica liberale che attribuisce esclusivamente all’individuo la responsabilità dei propri successi e fallimenti, creando un ecosistema artistico e professionale basato sull’individualismo, sulla competizione e sullo spirito imprenditoriale, ignorando la presenza di sfide materiali, il peso dei vincoli imposti e delle disuguaglianze sistemiche . Armstrong cita la sociologa femminista Rosalind Gill, la quale sostiene che il sessismo, il razzismo e altre forme di discriminazione strutturale non sono riconosciute a causa della resistenza a smascherare l’illusione delle mitologie neoliberiste del successo individuale.

“Crossroads” tanto per rappresentare le famose mitologie neoliberiste

Lo studio analizza le questioni relative all’assimilazione del lavoro artistico a “vocazione”, contribuendo a nascondere la precarietà e le modalità del lavoro artistico, che rimangono misteriose nelle sue pratiche.

Armstrong sottolinea che le donne detengono il 32% dei posti di lavoro nell’industria musicale britannica, ma guadagnano meno degli uomini e devono affrontare più ostacoli nella loro carriera. Inoltre, abbandonano l’ambiente prima degli uomini, si confrontano con il “soffitto di cristallo” – vale a dire sono meno presenti in posizioni prestigiose – nonché con la “segregazione orizzontale” – che si traduce, in un ambiente tradizionale, in una sottorappresentanza negli ambiti della composizione, della direzione d’orchestra e della tecnologia musicale (questo discorso è quindi applicabile anche alla musica elettronica). Le donne sono la maggioranza nell’insegnamento della musica, una carriera considerata meno prestigiosa e desiderabile.

Questo studio esplora quattro temi principali: l’identità professionale in relazione al lavoro retribuito e non retribuito, le qualità affettive del lavoro, la maternità e le responsabilità familiari, il lavoro estetico, corrispondente a tutto il lavoro svolto dalle artiste attenente alla loro immagine e alla performatività della femminilità.

*Metodologia: L’autrice ha studiato un corpus di ventiquattro musiciste freelance con formazione classica, professioniste di età compresa tra i 23 e i 65 anni, operanti in diversi contesti e stili musicali, nel Regno Unito e a livello internazionale. Lo studio è stato condotto tra il 2012 e il 2017. Le musiciste hanno dovuto tenere un diario di bordo virtuale condiviso per cinque settimane con l’autrice, che ha analizzato un corpus di dati molto vario: testi, immagini, video, materiale promozionale e di marketing, screenshot… Le partecipanti hanno generato i propri dati, decidendo cosa era importante condividere. Per ciascuna partecipante è stata condotta un’intervista individuale finale tra i 90 minuti e le due ore.

Trovate l’articolo gratis in pdf qui.

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